Papa, omelia a Santiago: «Seminare pace a forza di prossimità».

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«Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio. Non basta dire ‘non faccio male a nessuno’. Costruire la pace è un processo che ci riunisce e ci stimola».

E’ un processo attivo. «Vuoi la pace? Lavora per la pace!».

Sono le parole di Papa Francesco durante l’omelia della messa celebrata oggi nel Parque O’Higgins, a Santiago del Cile.

Commentato le beatitudini nel Vangelo di Matteo, il Santo Padre, nel suo secondo giorno di viaggio apostolico in Cile, ha esortato a «seminare la pace a forza di prossimità, di vicinanza».

«La rassegnazione mina i vostri legami vitali – ha detto – beati quelli che si impegnano per la riconciliazione, quelli che si sforzano di non seminare divisioni.

Vuoi gioia? Vuoi la felicità? Felici quelli che lavorano perché altri possano avere una vita gioiosa».

Le beatitudini ha spiegato Francesco «non nascono da un atteggiamento passivo di chi diventa triste autore di statistiche, né nascono dai profeti di sventura».

Ma piuttosto «dal cuore compassionevole di Gesù che incontra uomini e donne che anelano a una vita beata».

Questa è un’altra giornata fitta di incontri per il Papa, arrivato appena ieri nella capitale cilena.

Stamattina l’incontro più ufficiale e ‘politico’ dell’intero viaggio apostolico (fino al 18 gennaio in Cile poi in Perù): con le autorità, la società civile e il Corpo Diplomatico nel Palacio de la Moneda.

«Non posso fare a meno – ha detto Francesco – di esprimere il dolore e la vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa».

Ha poi suggerito di ascoltare i bambini, «che si affacciano al mondo con i loro occhi pieni di meraviglia e innocenza e attendono da noi risposte reali per un futuro di dignità».

Nel pomeriggio il Santo Padre sarà in visita al Centro Penitenziario femminile di Santiago dove si intratterrà con 600 donne detenute e i loro figli.

Tv2000 segue in diretta la giornata di Bergoglio con tre dirette speciali della trasmissione ‘Il Diario di Papa Francesco’: la alle 13.50, 17.20 e 21 ora italiana.

Il Papa vedrà oggi anche i vescovi nella Sagrestia della Cattedrale di Santiago del Cile, mentre in serata ci sarà un incontro privato con i sacerdoti della Compagnia di Gesù.

La stampa latinoamericana e di lingua spagnola in generale, mostrano preoccupazione per un viaggio definito fin dall’inizio molto delicato o addirittura “il più pericoloso”, come titola il Globo.

El periodico de Aragon dice che è «una delle prove più difficili».

El Pais scrive che «Papa Francisco arriva in Cile per salvare la sua Chiesa, la più debole della regione.

E’ sotto pressione per i vari scandali legati agli abusi sessuali, in uno dei Paesi latinoamericani che assieme all’Uruguay presenta il minor numero di cattolici ed una grossa percentuale di atei».

Di “momento delicato per la chiesa cattolica” parla anche il Globo. Tutti fanno riferimento al venir meno della credibilità della Chiesa locale dopo le violenze sessuali ad opera di pastori della Chiesa.

El Nuevo Herald informa che tre chiese sono state attaccate in Cile per protesta contro la visita del papa.

Ma al di là degli allarmismi mediatici Francesco ieri, in aereo verso Santiago, dialogando con i giornalisti ha detto di aver paura non di queste reazioni, quanto piuttosto di una eventuale guerra nucleare.

«Si, ho davvero paura. Siamo al limite – ha detto – Basta un incidente per innescare la guerra. Di questo passo la situazione rischia di precipitare. Quindi bisogna distruggere le armi, adoperarci per il disarmo nucleare».