Nel cuore del continente africano c’è un Paese «abitato» in buona parte dal deserto del Sahel e dalla savana. Clima desertico, l’harmattan, il vento che soffia dal Sahara e la breve stagione umida lasciano poche risorse alla terra per produrre le risorse necessarie ad una migliore qualità della vita. Questo è il panorama in cui si situa la diocesi della regione interna di Mongo, che ha come capoluogo la cittadina di Guera a 510 chilometri da N’Djamena: in quest’area 40 tra villaggi e scuole sono stati protagonisti della realizzazione di un progetto biennale (2018-19) per la preparazione del terreno per impiantarvi piccoli alberi, avvolti da protezioni speciali contro gli animali selvatici. E’ stata una operazione che ha coinvolto soprattutto i bambini, per insegnare loro un nuovo rapporto con l’ambiente che li circonda e renderli responsabili di un miglioramento possibile dell’ambiente in cui vivranno da grandi. In Ciad educatori, missionari e bambini stanno vivendo una esperienza straordinaria che può insegnare moltissimo a chi vive in Occidente, in un clima favorevole (anche se con qualche problema) nemmeno lontanamente paragonabile alla situazione del Ciad.
Un progetto che cresce
In un contesto a maggioranza musulmana, i missionari lasciano una impronta “verde”. Padre Franco Martellozzo, gesuita da oltre 50 anni missionario in Ciad, ha fatto moltissimo per migliorare la vita della gente di questa regione: ha realizzato scuole per i bambini di tutte le religioni, progetti per pozzi e orti in collaborazione con la Caritas diocesana, ha visto nascere la Federazione delle banche dei cereali di Guéra (FbcG), oggi impegnata nel progetto di rimboschimento per la lotta alla desertificazione. La campagna intitolata «Un albero come un alunno», ha permesso in un paio di anni di mettere nel terreno quasi 13mila piante, il 61,2% delle quali ha attecchito bene nel terreno. Difronte ai cambiamenti climatici che minacciano le nuove formazioni forestali, sono state adottate misure particolari per favorire la crescita degli arbusti e della vegetazione. Particolare cura viene riservata alla qualità dei terreni e alla tecnica di semina di nuove piante, insegnando ai giovani e alle famiglie a prendersi cura delle coltivazioni e dei loro frutti. Il progetto tende infatti a formare gli abitanti dei villaggi alla cura del bene comune, attraverso buone pratiche di coltivazione degli alberi (come l’acacia nilotica, il neem e l’acacia del Senegal, i tre tipi di alberi più adatti ai terreni utilizzati). Per meglio spiegare i tempi e i modi di lavoro, i ragazzi hanno disegnato un colorato calendario con i tempi adatti alle varie fasi di lavorazione di un nuovo piccolo bosco, con la spiegazione delle tecniche e gli attrezzi da usare per seguire il ritmo della vita degli alberi dall’autunno alla primavera; non mancano anche consigli per scacciare i parassiti utilizzando rimedi naturali come la cenere e i frutti del neem. Ora la Federazione delle banche dei cereali di Goa cerca di allargare il progetto di rimboschimento ad altre scuole per accrescere la sensibilità dei ragazzi sul miglioramento dell’ambiente naturale e delle famiglie grazie al maggior numero di alberi e ad una maggiore attenzione alla cura della terra.
Il testo integrale dell’articolo è nel numero di Ottobre de Il Ponte d’Oro