Il caso della quattordicenne pachistana, Mehwish Bibi, rapita da un vicino di casa che l’ha costretta a convertirsi all’Islam e l’ha sposata, ha colpito molto l’opinione pubblica e merita attenzione.
La ragazza ha compiuto un grande percorso da ottobre 2021 ad oggi, quando cioè un tribunale le ha concesso il divorzio da Muhammad Imran (un quarantenne), sulla base del fatto che si trattava di un «comportamento duro e crudele».
Questa ed altre storie le ricorda Aiuto alla Chiesa che Soffre in una nota stampa.
L’incubo dei mesi trascorsi da Mehwish costretta a sposarsi, la ossessiona ancora: lei è figlia di una povera coppia cristiana di Sheikhupura, a circa 20 miglia da Lahore, ricorda Acs.
Il 4 agosto 2021 Imran le ha proposto un passaggio per andare al lavoro.
«Dopo aver accettato mi ha offerto una bibita con qualcosa dentro, e non so cosa sia successo dopo», racconta la ragazza.
È stata portata a Sargodha, a 85 miglia dal suo villaggio natale, e tenuta all’interno di un furgone.
Una settimana dopo, Imran ha prodotto presso un tribunale locale i documenti della sua presunta conversione e del suo matrimonio con lui.
Ma di storie simili in Pakistan ce ne sono a centinaia: oltre 30 organizzazioni umanitarie, tra cui la Commissione Giustizia e Pace della Chiesa cattolica, sostenuta da ACS, hanno sollecitato il governo affinché prenda in seria considerazione gli ultimi dati sugli episodi di conversione forzata e matrimoni precoci.
In un rapporto presentato al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a luglio, il Centro per la Giustizia Sociale con sede a Lahore ha riferito di 78 episodi, ufficialmente denunciati, di conversione forzata nel 2021, ma secondo ACS il numero di casi sarebbe fortemente sottostimato a causa della mancata denuncia.