Missionari Nord Kivu in Congo: “alle prese con gli invasori, noi preghiamo”

Tre testimonianze sul campo, dalla fidei donum Lo Schiavo a padre Magnaguagno

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«E’ vero il papa verrà in Congo ma non arriverà fin qui a Goma; non c’è delusione per questo, noi lo capiamo bene.

Il vero problema è che siamo alle prese con i vicini invasori (del Ruanda ndr.) e che ci sono già tantissimi sfollati dai villaggi del Kivu che bussano alle nostre porte.

E’ una catena di miseria, di dolore e di morte. Noi preghiamo che il Signore ci liberi da quest’ennesima guerra».

A parlare con noi al telefono da Goma è la fidei donum Antonina Lo Schiavo, missionaria in Repubblica Democratica del Congo da oltre 30 anni.

Siamo nel capoluogo del Nord Kivu a nord-est del Paese.

L’intera regione e con essa tutto il Congo rischia un conflitto aperto con il Ruanda di Paul Kagame, ritenuto responsabile dell’occupazione di terre da parte dei gruppi armati M23.

Solo un flebile accordo di ‘cessate il fuoco’ firmato a Luanda (in assenza dei rappresentanti dei ribelli, ma con la garanzia delle autorità di Congo e Ruanda) ha per ora scongiurato il peggio.

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«La ricchezza del Paese è tutta lì, nel sottosuolo del Nord Kivu: i ribelli attingono liberamente alle miniere illegali di coltan, oro e cobalto – ci spiega anche don Giovanni Piumatti che è stato di recente proprio a Goma – E Il Ruanda rivende ufficialmente i minerali ‘ripuliti’ col benestare dell’occidente.

Io ho l’impressione che Butembo-Beni sia abbandonata a se stessa».

Un altro missionario italiano in Congo, padre Gianni Magnaguagno, saveriano, tra gli ultimi missionari ad aver incontrato l’ambasciatore Luca Attanasio poco prima che fosse ucciso, ci dice:

«il vescovo di Butembo-Beni, monsignor Melchisedech, ha organizzato una settimana di preghiera, non questa ma la settimana precedente, c’è stata una messa in ogni parrocchia.

Affinchè Dio ci doni la pace e il perdono. Ormai io vivo nel Sud del Kivu ad Uvira, lontano dalle zone di guerra dove adesso stanno creando il panico.

Mi auguro che i potenti di turno facciano qualcosa ma ho l’impressione che sia già tutto programmato.

Le violenze dei ribelli sono create per costringere le persone a scappare e poter così annettere il Nord Kivu al Ruanda. Ma i congolesi però vogliono rimanere in Congo! I giochi politici sono molto sporchi qui».

Ancora don Piumatti aggiunge:

«Il Nord Kivu è una cassaforte di cui l’Europa ha assolutamente bisogno: se chiudesse le frontiere o impedisse di estrarre minerali sarebbe un problema per gli europei».

«Sono passato lungo la strada che va da Goma a Ruchuru, dove è stato ucciso l’ambasciatore pochi mesi fa: è stato ucciso a pochi metri dalle guardie del parco, è naturale che il Papa lì non possa andare.

La parte più pericolosa però è quella che da Beni arriva alla frontiera con il Ruanda, e poi quella che da Ruchuru arriva al parco fino agli altipiani».

(La foto AFP PHOTO/PHIL MOORE donna rifugiata del Nord Kivu è di proprietà di Popoli e Missione)