Popoli e Missione di luglio-agosto, in uscita, propone stavolta una riflessione sul post Covid in chiave ambientale, sociale, economica. In una parola: ecologica.
Partendo dalle indicazioni preziose fornite dal Papa con l’enciclica Laudato Sì, si delinea il quadro di alcune zone del globo dove lo sfruttamento dell’ambiente va ad intrecciarsi con un’economia predatoria. Dando luogo ora a cedimenti, ora a resistenze.
Gli esodi forzati di minoranze etniche in America Latina; le ripercussioni climatiche sui popoli del Sud Kivu, in Repubblica Democratica del Congo, dove si muore di piogge torrenziali; la resistenza ecologica dei Lumad a Mindanao nelle Filippine, sono esempi di come tutto sia interconnesso e porti ad un destino comune. Sta anche a noi scegliere dove andare.
A cinque anni dalla sua promulgazione, l’enciclica di Francesco resta un testo programmatico per riprogettare la salvaguardia del Creato.
Da segnalare in questo numero, anche le testimonianze dei missionari che vivono accanto ai popoli indigeni della regione amazzonica, nelle periferie di città colpite dal virus come Iquitos in Perù, Boa Vista o Manaus nello Stato brasiliano di Amazonas.
Sempre dall’America Latina, Popoli e Missione pubblica un reportage sulle attività dei narcos e delle mafie locali in alcuni Paesi come Brasile e Messico, dove esponenti della criminalità hanno approfittato della pandemia per offrire prestiti usurai a famiglie e piccoli imprenditori, presentandosi come i boss di organizzazioni pronte a portare aiuto al territorio.
Dall’Africa emerge la situazione del Mozambico dove nel Nord, a Cabo Delgado si stanno compiendo azioni di una violenza efferata contro la popolazione inerme. Sfollati e vittime di una guerriglia ancora da identificare, sono l’emergenza di un Paese già in difficoltà per le malattie endemiche come il colera a cui si è aggiunta la diffusione del Coronavirus. Da segnalare anche un approfondimento storico e geopolitico del 60esimo anniversario dell’indipendenza di molti Stati dell’Africa sahariana e subsahariana dal dominio europeo, coinciso con una stagione di crescita politica e culturale che molti ricordano come il “sogno panafricano”.