Brasile, padre Bossi: “con il voto mettiamo un freno alla cultura dell’arroganza”

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 «Gli ultimi quattro anni sono stati disastrosi in Brasile dal punto di vista della difesa dei diritti umani e della natura.

C’è stato un progetto politico associato al grande capitale e al latifondo, all’estrazione mineraria per assaltare gli ultimi spazi di resistenza dei diritti delle minoranze».

Ne parla in questa video-intervista con Popoli e Missione on-line, padre Dario Bossi, missionario comboniano in Brasile, in Italia per una breve visita.

«Davanti a questo attacco sistematico, ora le elezioni ci permettono di mettere un freno ad una cultura di arroganza, neo-fascista: in questo senso un’alleanza ampia con il protagonismo di Lula e la partecipazione di molti partiti, in difesa della democrazia, è una sfida grande», dice.

Poi, afferma ancora il missionario, occorrerà lavorare per rafforzare la democrazia, quando e se verrà eletto il candidato socialista Ignacio Lula da Silva, che andrà al ballottaggio contro Jair Bolsonaro il prossimo 30 ottobre.

«Servirà una incidenza e pressione dal basso perché il governo Lula si impegni in difesa dei popoli indigeni e della ricostruzione delle strutture democratiche», conclude.