Oltre l’economia che uccide e l’assalto ai “confini sacri” dell’Amazzonia

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Economia che uccide versus economia della vita, per avviare processi virtuosi.

Questo il tema al centro di due importanti panel del pomeriggio al Festival della missione, sulla cura della Casa comune, l’economia estrattivista e la giustizia ambientale.

Il giornalista Riccardo Iacona ha moderato un parterre di relatori che venivano dall’America Latina e dal cuore dell’Amazzonia, come padre Dario Bossi, comboniano in Brasile e la poetessa Peruviana Ana Varela Tafur.

“Mi interessa tantissimo la forza e la tenacia della gente del Brasile, la riparazione integrale di cui i poveri sono protagonisti – ha detto padre Bossi –
La maledizione dell’abbondanza si nutre di diverse ‘zone di sacrificio'”.
Nell’incontro successivo, Joele Anni della Tv Radio Svizzera ha introdotto personalità del calibro di Mario Monti, ex ministro dell’Economia, e Adriano Karipuna, attivista indigeno brasiliano.

“Ci stiamo mangiando l’Amazzonia nel piatto – ha esordito con una espressione colorita padre Dario – C’è un’alleanza tra il potere politico di Jair Bolsonaro e i produttori di materie prime, alleanza che ha assaltato i confini sacri dell’Amazzonia”.

Padre Bossi ha spiegato che la strategia dello sfruttamento delle risorse in Brasile è un “progetto suicida che pensa solo all’immediato” e non considera le conseguenze devastanti di lungo termine.

Alla vigilia delle elezioni politiche in Brasile è necessario registrare il fatto che “Bolsonaro ha perso consensi”, argomenta il missionario: “ci sono almeno 30mln di affamati in Brasile e il Paese potrebbe aver compreso la necessità di cambiare” completamente lo schieramento politico.

La corsa presidenziale vede di nuovo in lizza l’ex presidente socialista del Brasile, Lula, molto amato dal popolo e dai sem terra, che ha finito di scontare una pena detentiva in carcere.

“Sono qui per cercare di difendere l’economia della vita”, dice Karipuna.

Ma quale è la differenza tra un’economia che uccide e una economia della vita, secondo il senatore ed ex presidente del Consiglio Mario Monti?

“Può essere economia che uccide anche quella che funziona benissimo ma funziona al servizio di chi ha potere“, risponde Monti.

L’economia sociale di mercato è invece quella nella quale il mercato funziona abbastanza per permettere una produzione efficiente ma occorre che attraverso i pubblici poteri lo Stato stabilisca le leggi e le faccia osservare”, ha spiegato ancora Mario Monti.

Una economia calmierata che si batte “contro i monopoli e per un sistema fiscale equo”.

L’attivista Karipuna ha raccontato la sua storia: “dal 2018 sono un’attivista ed opero per difendere la foresta: il popolo Karipuna in Brasile resiste agli attacchi delle multinazionali già dal secolo scorso. Il territorio Karipuna è stato ridotto notevolmente nelle sue dimensioni.

Nel 2017 hanno subito attacchi da parte dei tagliatori di legna illegali che invadono la terra. Il governo Bolsonaro ha aperto le porte a questa politica e sono molto aumentate le minacce di morte al popolo.

Come si può concretamente sostenere l’economia di vita e contrastare quella che uccide? Praticando una resistenza attiva sul campo, ma anche tramite la Cooperazione allo sviluppo, come quella del Cospe in Italia e i circoli del Movimento Laudato Sì, dei quali ha parlato Cecilia Dall’Oglio, attivista ambientalista.

L’economista suor Alessandra Smerilli ha spiegato che “attraverso il lavoro del dicastero per lo Sviluppo Umano si vuole accompagnare le Chiese locali affinchè ci sia sviluppo per tutti. Di fronte ad una foresta minacciata c’è una foresta di giovani che cresce”.

Il tema dell’ecologia e della custodia del creato, rilanciato con un team trasversale attraverso l’Economy of Francesco, ha spiegato Smerilli, è un “avvio di processi virtuosi perchè il tempo è superiore allo spazio”.

Mettere assieme le persone per cercare di cambiare le cose a partire dal basso: questa la chiave per annientare l’economia che uccide.