In Nord Africa e Medio Oriente 29 mln di migranti in più in 20 anni

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Negli ultimi 20 anni il Nord Africa e il Medio Oriente (Turchia e Giordania in primis), insieme, hanno visto crescere notevolmente la popolazione migrante,  con un incremento pari a 29 milioni di persone. 

Poco meno di quella registrata nel continente europeo, dove 30 milioni di persone si sono aggiunte al flusso di migranti già presente.

A dirlo è il nuovo rapporto Caritas-Migrantes, il XXX sull’Immigrazione, presentato oggi a Roma.

(Per la sintesi del rapporto Immigrazione clicca qui)

«Il notevole incremento di migranti nella regione nordafricana e mediorientale è stato determinato da un importante apporto di rifugiati e di richiedenti asilo – si legge nel rapporto – che in queste due regioni, dal 2000 al 2020, hanno superato i 9 milioni di persone, soprattutto a causa del conflitto siriano».

Dai Paesi in emergenza (per guerre, crisi climatiche, povertà, calamità naturali) i migranti fuggono spesso nelle zone limitrofe, Paesi confinanti e regioni più facili da raggiungere.

«Si tratta per lo più di migranti forzati che si spostano all’interno della stessa regione dove le condizioni socio-economiche spesso sono simili a quelle del Paese di origine».

«Anche nel 2020 – si legge nel dossier – la Turchia si conferma il Paese con il maggior numero di rifugiati e di richiedenti asilo a livello mondiale (quasi 4 milioni), seguita dalla Giordania (3 milioni), dallo Stato di Palestina (2 milioni) e dalla Colombia (1,8 milioni)».

«L’Europa nel suo complesso continua ad essere l’area più interessata dalla mobilità umana, con quasi 87 milioni di migranti, molti dei quali sono cittadini europei che si sono spostati all’interno dell’area Schengen.

Il Nord America ospita il secondo maggior numero di migranti, per un totale di quasi 59 milioni di persone; seguono il Nord Africa e il Medio Oriente, con quasi 50 milioni.

«Con riferimento ai Paesi di origine, l’India rimane al vertice della classifica: nel 2020 ben 18 milioni di indiani vivevano al di fuori del Paese. Altre importanti diaspore sono quella messicana e russa, con 11 milioni di emigrati ciascuna. Seguono quella cinese (10 milioni) e siriana (8 milioni)».

Alla presentazione del dossier (che ha messo in luce molti spetti della migrazione globale, in particolare il calo dei flussi di migranti verso l’Italia in questo ultimo anno di pandemia), ha preso parte il Presidente della Cei, il cardinal Gualtiero Bassetti.

«Non c’è niente di più concreto della speranza – ha detto Bassetti – : la fragilità è comune in tutta l’umanità: questo è il tempo di edificare e di vivere la speranza».

«Quest’anno, anche in seguito alla pandemia, la stampa si è preoccupata meno del tema dei migranti in termini allarmistici – ha detto Oliviero Forti, responsabile immigrazione per Caritas Italiana – c’è stato uno sforzo per raccontare la vicenda dei migranti in modo diverso, meno allarmistico».