La crisi del carburante, l’inflazione e il default; le infinite code per i rifornimenti ai distributori della benzina, sono come uno tsunami per lo Sri Lanka che precipita nel baratro.
In attesa da giorni nei loro veicoli fermi per acquistare gas o benzina, gli automobilisti addirittura muoiono nelle auto senza poter bere nè mangiare. La quinta vittima si è registrata in questi giorni.
Ce ne parla padre Viraj Chamara, salesiano, responsabile della missione dello Sri Lanka, al telefono da Colombo.
Le immagini e i video che il salesiano invia sono agghiaccianti: mostrano scenari bellici, dove senza più elettricità nè cibo si rischia di morire in attesa di acquistare quella poca benzina necessaria per muoversi.
«La gente rimane in fila per giorni interi, in attesa di poter fare il pieno o anche solo mettere gas o benzina nelle auto. Tutto è fermo e ci sono lunghissimi blackout di corrente.
Rimaniamo senza elettricità per giorni, adesso scarseggia anche il cibo», spiega.
Poi aggiunge: «i prezzi di qualsiasi cosa sono saliti alle stelle, tutto costa troppo. E’ sempre più difficile per noi salesiani dar da mangiare ai bambini della nostra missione: abbiamo bisogno di aiuto e finora non ne abbiamo ricevuto abbastanza».
Padre Viraj paragona questa devastante crisi ad una guerra o ad una gravissima calamità naturale.
Ad aggravare il quadro si aggiungono scelte politiche miopi e rigide che hanno fatto precipitare l’economia fino al default tecnico.
La mancanza cronica di valuta estera ha portato in poco tempo a un’inflazione dilagante e alla carenza di importazioni, tra cui carburante, medicine e altri beni di prima necessità.
Il mese scorso il Paese ha dichiarato bancarotta: il debito internazionale ha superato la cifra record di 50 miliardi di dollari.
Tra maggio e giugno la scarsità di carburante ha provocato lunghi blackout, con la chiusura delle centrali elettriche, mentre gli ospedali rimandavano le cure per mancanza di medicinali.
«Sto cercando di fare il possibile per aiutare chi sta peggio, per aiutare i più poveri», ci dice ancora il missionario.
«Siamo profondamente preoccupati per l’impatto combinato di crisi sovrapposte che mettono a repentaglio la capacità delle persone di produrre alimenti, spingendone milioni a livelli estremi di insicurezza alimentare», ha affermato anche il direttore generale della Fao Qu Dongyu.
Salvare lo Sri Lanka che precipita nel baratro è una corsa contro il tempo.
«Stiamo affrontando una tempesta perfetta che non solo danneggerà i più poveri tra i poveri, ma travolgerà anche milioni di famiglie che fino ad ora sono riusciti a tenere la testa fuori dall’acqua», ha avvertito il direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale, David Beasley.